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Per abbigliamento, calzature e biancheria, il Parlamento europeo approva la responsabilità estesa dei produttori

Il tessile verso la gestione EPR. Il Parlamento europeo ha approvato nella seduta dello scorso 13 marzo la proposta di revisione della Direttiva quadro sui rifiuti avanzata dalla Commissione ambiente. I deputati, come recita una nota del PE, “concordano di estendere i regimi di responsabilità del produttore, attraverso i quali i produttori che vendono prodotti tessili nell’UE dovrebbero coprire i costi di raccolta differenziata, cernita e riciclo”. Confermati anche i tempi: “Gli Stati membri dovrebbero istituire tali regimi 18 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione)”. Le nuove norme riguarderebbero prodotti quali abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, compresi i prodotti che contengono materiali tessili quali cuoio, cuoio, gomma o plastica. Nelle prospettive degli eurodeputati, la volontà di ricomprendere anche i prodotti non domestici, così come le vendite tramite piattaforme online.

Nel complesso, è stato valutato un volume di 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili nell’UE, dei quali 5,2 milioni relativi solamente ai comparti abbigliamento e calzature (circa12 kg di rifiuti per persona ogni anno). Si stima che meno dell’1 % di tutti i tessuti in tutto il mondo siano riciclati in nuovi prodotti.

Nella direttiva, sono stati introdotti dei chiarimenti in merito alla governance dei sistemi collettivi che per conto dei produttori adempieranno agli obblighi di legge.