Confermata la data del 1° gennaio 2025, ma per conoscere gli obiettivi di raccolta, riciclo e riuso occorrerà aspettare il 2028. Il Consiglio europeo ha adottato la posizione in materia di rifiuti tessili. La proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti prevede infatti l’obbligo per gli Stati membri di garantire la raccolta differenziata dei tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio entro l’inizio del 2025. Secondo l’approccio generale, entro la fine del 2028 la Commissione valuterà la possibilità di fissare obiettivi specifici per la prevenzione, la raccolta, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti del settore tessile.
Confermati i regimi armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) che imporrebbero ai produttori tessili di pagare tariffe per contribuire a finanziare i costi di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili. Secondo quanto riporta una nota del Consiglio europeo, “questi programmi saranno istituiti entro 30 mesi dall’entrata in vigore della presente direttiva e i ministri hanno concordato di includere le microimprese nel loro campo di applicazione”. Quindi, plausibilmente non prima della primavera del 2027.
Viene data anche un’indicazione sull’eco-contributo: “Il livello di tali tariffe sarà basato sulla circolarità e sulle prestazioni ambientali dei prodotti tessili (nota come ecomodulazione). Poiché prevenire gli sprechi è l’opzione migliore, l’approccio generale prevede che gli Stati membri possano richiedere tariffe più elevate per le aziende che seguono pratiche industriali e commerciali di ‘fast fashion’. L’approccio generale contiene anche disposizioni specifiche per gli Stati membri in cui esiste una quota maggiore di prodotti tessili valutati idonei al riutilizzo sul mercato”. Agli stessi Stati viene data la possibilità di “chiedere agli operatori del riutilizzo commerciale di pagare una tariffa (inferiore) quando rendono tali prodotti disponibili sul loro mercato per la prima volta”. Si ipotizza quindi un contributo sul prodotto tessile di seconda mano.
Per le realtà dell’economia sociale – compresi enti di beneficenza, imprese sociali e fondazioni – la proposta “riconosce il ruolo chiave” nei sistemi di raccolta tessile esistenti e “permette loro di mantenere e gestire i propri punti di raccolta separati”. Secondo la posizione del Consiglio, “gli Stati membri possono esentarli da determinati obblighi di rendicontazione per evitare oneri amministrativi sproporzionati”.
L’orientamento generale del Consiglio raggiunto consente alla presidenza di turno di avviare i colloqui con il Parlamento europeo sul testo finale, che si svolgeranno nell’ambito del nuovo ciclo legislativo.