Governi, imprese e stakeholder coinvolti in un’agenda volontaria e comune sul tessile e sulla moda circolare. Questo l’impegno che i Paesi più industrializzati si sono assunti al termine del G7 Ambiente, Clima, Energia che si è svolto alla fine di aprile 2024 a Venaria Reale (Torino).
Come si legge in una nota del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: «In materia di economia circolare di rilievo è la decisione di incaricare “l’Alleanza del G7 sull’Efficienza delle Risorse” di lavorare, entro la fine del 2024, allo sviluppo di una comune “Agenda volontaria sul Tessile e la Moda Circolari” tra governi, imprese, e stakeholder allo scopo di guidare il cambiamento all’interno dell’industria tessile e della moda promuovendo pratiche di economia circolare lungo l’intera catena del valore, contribuendo così a combattere il fenomeno del “fast fashion” e i relativi impatti ambientali». I sottoscrittori dell’intesa si impegnano anche a «migliorare la progettazione del prodotto, promuovere regimi di responsabilità estesa del produttore, sostenere modelli di business circolari, definire quadri per il ciclo di vita sostenibile dei prodotti, e contrastare il greenwashing».
Questa iniziativa, che è stata concordata anche col B7, la riunione delle Confindustrie dei Paesi del G7 che si sono riunite a Torino nei giorni precedenti l’incontro di Venaria, si inserisce nel processo per l’applicazione della responsabilità estesa del produttore – EPR – in ambito tessile. Un processo che ha portato l’Italia a introdurre l’obbligo fin dal 2022, ma che a oggi ancora è in attesa dei decreti attutivi che stabiliscano le modalità operative. Il coinvolgimento delle imprese nella nuova agenda deve però vedere l’ampliamento anche ai sistemi collettivi, come Ecotessili, che permetteranno l’attuazione del principio EPR in rappresentanza dei produttori e dei distributori.