La data del 2025, indicata dalla Commissione Europea, si avvicina. Entro 15 mesi, la filiera tessile si dovrà organizzare per una corretta gestione dei propri rifiuti che sia volta al riuso, recupero e riciclo. Se l’Italia, che ha anticipato al 2022 questo obbligo è in attesa dei decreti attuativi che stabiliscano le modalità operative, in Europa qualcosa già si sta muovendo concretamente.
È il caso della Spagna dove alcuni importanti marchi della cosiddetta fast fashion stanno sperimentando delle soluzioni al problema dei rifiuti tessili. Inditex, proprietaria del marchio Zara, insieme con altre primarie insegne del settore quali ad esempio H&M e Mango, si è fatta promotrice di un’associazione senza scopo di lucro per gestire proprio l’abbigliamento dismesso. Un primo passo per fronteggiare una situazione che, a livello europeo, vede il riciclo di meno di un quarto dei 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti da abbigliamento prodotti ogni anno, con milioni di tonnellate che finiscono in discarica.
Questa iniziativa si inserisce però nel percorso che Inditex ha avviato in favore della sostenibilità. Il colosso della moda ha infatti sostenuto la creazione di un hub del recupero dei tessili. Si chiama Moda Re ed è la più grande catena di abbigliamento di seconda mano della Spagna; un’associazione di beneficenza finalizzata al riutilizzo e al riciclo degli indumenti che entro un anno prevede di raddoppiare i volumi gestiti arrivando a 40 mila tonnellate metriche all’anno. In previsione ha in programma l’ampliamento dei propri siti di Barcellona, Bilbao e Valencia. Il piano di espansione è sostenuto da Inditex: il colosso ha infatti annunciato su Moda Re un investimento da 3,5 milioni di euro per il prossimo triennio e la volontà di dotare tutti i propri negozi spagnoli di contenitori per la raccolta degli indumenti usati.
Non solamente in Spagna: dal 7 settembre l’esperienza del “second hand” viene proposta anche in Francia con il lancio di una piattaforma di “seconda mano”. Si tratta di un servizio disponibile attraverso i negozi Zara, il sito web e un’applicazione mobile, già in uso nel Regno Unito dallo scorso ottobre e prossimamente proposto anche in Germania.
Sempre Inditex ha annunciato la volontà di investire in sostenibilità: a fronte di un +10% di capi di abbigliamento immessi sul mercato a livello globale nel 2022 rispetto all’anno precedente, ha dichiarato di voler arrivare a utilizzare il 40% di fibre riciclate negli indumenti entro il 2030.
Guardando a queste esperienze, il consorzio Ecotessili si sta facendo promotore di una progettualità capace di creare una filiera virtuosa nella gestione dei rifiuti tessili, coinvolgendo in primis i produttori e i distributori.